Crackhouse Official Website
Baby Ruth Hi-Fi Rock'n'Roll Cover
Artist: Crackhouse
Location: Padova, Italy
Line-up: Kelly (vocals), J Action (bass), Royce (guitar), Tommy (drums)
Album: The Damage
Label & Pubblication Year: Self-produced, 2003
Tracklist: Does anybody care / Shoot'em down / Pay for me / Nothin' more to say / irty Roses / All Your Love / Sweet Regina
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Molti si chiedono come mai al giorno d’oggi nell’Italia del Nord-Est spuntino hard rock bands come funghi. La risposta è molto più semplice di quanto può sembrare: se queste bands adesso continuano a proliferare, il merito è di chi nei cosiddetti “anni bui” si è sbattuto fregandosene di tutto e di tutti, producendo una musica totalmente opposta ai trends dell’epoca con cuore, violenza e sudore. Anno di grazia 1995: in piena epoca Alternative/Post-Grunge l’underground italiano gioisce per l’uscita di “Get Drunk”, un demo di Street Hard Rock come da tanto (troppo) tempo non se ne sentiva dalle nostre parti. Solo un demo dicevamo, ma per l’epoca in cui è uscito ha significato forse qualcosa di più per gli aficionados del genere che hanno avuto la possibilità di ascoltarlo. La band di “Get Drunk”, i Mr. Gin, cambia 2/4 della line-up, si incazza di brutto con il mondo governato dai trend che li circonda, produce “Pleasure Toy”, probabilmente uno dei demo più straight-in-your-face degli anni ’90: i Crackhouse sono finalmente nati, l’Italia non sarà più la stessa! A distanza di oltre tre anni dall’esordio in cd “Titty Twister”, la band padovana si rifà viva con 5 nuovi pezzi ed una line up ancora rinnovata, come sempre capitanata dal caro vecchio Kelly. Il nuovo materiale si presenta come il più lineare e classicamente rock n’roll mai prodotto dalla band, pur presentando dei suoni in linea con quelle che da sempre sono le caratteristiche della band, ossia chitarre affilate e ritmiche squadrate e compatte il giusto. Miglior pezzo del lotto senz’altro “Pay For Me”, probabilmente quello dalla struttura leggermente più articolata (pur sempre in ambito rock n’roll, sia chiaro), di sicuro il ritornello più azzeccato. Segnalazione anche per “Shoot’em Down”, che fa molto Faster Pussycat, e per la conclusiva cover di “You Spin Me Round” dei Dead Or Alive, pezzo piuttosto di moda ultimamente in fatto di riletture (questa è la terza versione che ascolto nel giro di breve tempo). Ad ogni modo se seguite le mie recensioni sapete che sono piuttosto esigente quando si tratta di SynthPop anni ’80, ed è con piacere che segnalo questa dei Crackhouse come la versione più riuscita, ottimamente adattata al sound chtarristico della band (per inciso, la palma di peggior rilettura di “You Spin me Round” spetta agli statunitensi Dope). L’ascolto è stato soddisfacente, personalmente preferivo il sound dei Crackhouse quando era malato, sudicio ed incazzato nero, tuttavia la recensione deve offrire un parere oggettivo, in virtù del quale posso affermare in assoluta tranquillità che “The Damage” è un lavoro capace di soddisfare i gusti di qualunque appassionato di queste sonorità, un ottimo ritorno. Adesso, invece di chiedere cos’è che danno da mangiare ai bambini nell’Italia del nord-est, sapete chi dovete meritatamente ringraziare.

Recensione Realizzata da Tony Aramini.
Vote: 7+